Come ho potuto pensare che tutto poteva andare bene? Non siamo in uno di quei film post-apocalittici dove tutto sembra risolversi sempre per il meglio. La macchina mi ha lasciato a secco una volta, e per trovare un pò di benzina ho dovuto fare i salti mortali. La seconda volta sono rimasto fermo in mezzo alla campagna. Risultato: sono sceso dalla macchina alla ricerca di una soluzione. Ho intravisto in lontananza una fattoria con una stalla. Mi sono avviato là con la borsa delle armi in spalla. Ho scavalcato il recinto e raggiunta la porta ho bussato,chiedendo permesso e rassicurando chi era all’interno che non avevo alcuna cattiva intenzione. L’odore di decomposizione mi è subito arrivato, e la scena che mi si è parata di fronte, anche solo a ripensarla, mi provoca ancora la nausea. Non avrei fatto un passo di più in casa: mi sono diretto velocemente all’altro edificio. Con mio grande stupore all’interno c’era un cavallo. Si è fatto avvicinare senza problemi e sembrava essere in ottime condizioni. Avevo forse trovato la soluzione ai miei problemi! Ho preso un’accetta che si trovava lì, sono salito in groppa al cavallo e ho ripreso la mia strada. Anche il cavallo sembrava eccitato dall’avermi trovato. Meno male che si sia calmato anche lui altrimenti abbiamo rischiato di farci male con le sue continue sgroppate. Il viaggio è proseguito abbastanza tranquillo, e mi sono ritrovato alla fine a parlare al mio compagno di viaggio del giorno in cui è nato Carl, cosa che non ha fatto altro che rendermi ancora una volta triste.
Arrivato ad Atlanta non sapevo veramente cosa aspettarmi. Le strade sembravano deserte: quà e là parecchie macchine abbandonate e al mio passaggio i morti viventi sembravano scuotersi da quello che sembrava una specie di sonno e iniziavano pian piano a seguirmi. Quello è stato il mio secondo errore di questo viaggio. Inoltrandomi in città e svoltando di strada in strada, alla fine mi sono trovato un muro fatto di morti: Il cavallo ha iniziato a innervosirsi e, alzatosi sulle zampe posteriori, ha finito per farmi cadere. La sua morte, per mano di quelle creature, è stata sicuramente la mia salvezza. Sono riuscito a divincolarmi, a colpi di ascia e qualcuno di pistola, fino a un vicolo dove mi sono sentito tirare per la giacca: era un ragazzo di origine Asiatica,che mi ha urlato di seguirlo e di smettere di sparare se non volevo attirare l’intera città. Ha quindi tirato a sé una scala antincendio e siamo saliti fino al tetto, con sotto i piedi tanti cadaveri che agitavano le loro mani verso di noi.
Il ragazzo andava di fretta, e volevo ben vedere. Ha iniziato a correre ed è saltato come fosse Spiderman da un tetto all’altro. Si è girato verso di me e vista la mia faccia mi ha detto che quelle cose da là sotto non se ne sarebbero andate e quello era l’unico modo per salvarsi. Ho preso il coraggio a due mani ed ho saltato. Mi sono salvato per il rotto della cuffia, contando che come un’idiota ho saltato con la borsa delle armi che fortunatamente non ho perso nella caduta da cavallo. Secondo lui adesso tutto poteva essere più semplice: la scala dove dovevamo scendere portava a una strada molto vicina ai boschi e potevamo evitare facilmente gli Zombie (adesso penso di poterli chiamare così). Lì avremmo raggiunto un piccolo accampamento di sopravvissuti. Evidentemente mi ha visto un pò impacciato( uno Zombie appoggiato a uno steccato stava per afferrarmi), e mi ha quindi chiesto dove avevo vissuto nell’ultimo mese, quando ci siamo fermati per riprendere fiato usciti da Atlanta. Gli ho così raccontato la storia del mio risveglio e del motivo per cui avevo preso la decisione di raggiungere la città. E’ stato in quel momento che lui mi ha fatto crollare il mondo addosso: mi ha raccontato che il governo ha cercato di radunare il maggior numero di persone nei grandi centri pensando di avere maggiori possibilità di proteggerle, ma così facendo il risultato è stato quello che tutto il cibo è stato praticamente messo tutto nello stesso posto. E quando uno Zombie uccide una persona, questa diventa a sua volta una di loro. Sono scoppiato in lacrime era stato tutto inutile, li avevo persi per sempre. Il mio nuovo amico, mi ha teso la mano, mi ha aiutato ad alzarmi e un passo alla volta mi ha accompagnato all’accampamento. Ma stavolta, come il lieto finale di un film, quello che ho visto mi ha lasciato a bocca aperta…
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