Questa volta la vecchia soffitta polverosa della redazione di Play Mondo ci ripropone un altro classico senza tempo: Puerto Rico. Pronti a colonizzare l’isola caraibica più ludica di sempre?
Puerto Rico viene pubblicato per la prima volta in Germania (Alea Ravensburger) e in Inghilterra (Rio Grande Games) nel lontano 2002, per vedere l’edizione italiana dobbiamo aspettare il 2009 grazie alla Stratelibri, mentre nel 2014 è la Giochi Uniti che pubblica la nuova versione con grafica migliorata e ben due espansioni incluse (Nuovi edifici e Nobili).
Può essere considerato il capolavoro ludico di Andreas Seyfarth con il quale vince appunto nel 2003 il premio come Migliore gioco di strategia agli International Gamer Awards.
Inutile nascondersi dietro un dito, tutti noi che abbiamo giocato la prima volta a Puerto Rico siamo rimasti interdetti di fronte alla particolare meccanica ideata da Seyfarth. Nessun tabellone centrale, solo un pool di otto personaggi tra i quali scegliere per compiere un azione specifica. Ma come? Un German dove non dobbiamo posizionare lavoratori? Ma le sorprese non finiscono qui.
Nel gioco l’obbiettivo sarà quello di sviluppare al meglio la nostra isola di Puerto Rico coltivando indaco, tabacco, caffè, mais e zucchero e costruendo, oltre agli impianti per la lavorazione delle materie prime, anche edifici commerciali, magazzini, università, porti e navi al fine di realizzare un motore di gioco che frutti denaro e quindi punti vittoria. Come diventeremo i Governatori più importanti di Puerto Rico? Semplice!
Durante il nostro turno dovremo scegliere una tessera rappresentante un personaggio tra quelle rimaste a disposizione, ognuna delle quali ci permetterà di compiere un’azione diversa:
La particolarità della meccanica proposta da Seyfarth sta nel fatto che, una volta scelto il personaggio, l’azione relativa verrà svolta non solo dal giocatore di turno, ma anche da tutti gli altri. La differenza sta nel Privilegio che può essere esercitato solo da chi ha scelto la tessera. E non è cosa da poco!
Il Colono potrà scegliere di prendere una Cava al posto della piantagione, che gli permetterà di ottenere uno sconto nell’acquisto degli edifici produttivi e commerciali.
Il Sindaco ottiene un lavoratore in più rispetto a tutti gli altri.
Il Mercante ottiene un doblone in più dalla vendita della sua merce. E badate bene che in Puerto Rico il denaro, soprattutto nella fase iniziale è d’importanza “capitale” (concedetemi il gioco di parole!) ed è difficilissimo ottenerlo.
Il Capitano ottiene un punto vittoria in più spedendo le sue merci (indipendentemente da quante ne spedisce).
Il Costruttore può acquistare gli edifici con uno sconto di un doblone (in combo con le cave è tanta roba!).
Il Sovraintendente ci permette di ottenere una unità in più di un bene a nostra scelta tra quelli prodotti.
L’unico personaggio che non ha privilegio è il cercatore d’oro, ed è anche l’unico che viene svolto solo da chi l’ha scelto. Un po’ una sorta di premio di consolazione per chi si è visto soffiare la tessera con il privilegio tanto agognato…
La meccanica del gioco genera inoltre una interazione indiretta tra i giocatori molto particolare. In Puerto Rico infatti non è tanto il tipo di azione che svolgiamo a determinare la nostra strategia, ma la sequenza con la quale le stesse azioni vengono scelte durante il turno da chi ci precede o ci segue. Basta un attimo e ciò che avevamo programmato viene sconvolto: dovevamo vendere all’emporio per poi acquistare un edificio? E’ sufficiente che qualcuno prima di noi inverta le azioni per ritrovarci a dover saltare la fase del Costruttore perché non avendo potuto vendere prima non abbiamo i dobloni necessari per concludere l’affare. E magari quel particolare edificio (che, ricordiamo, sono in numero limitato, due o massimo tre) ci viene soffiato da un altro giocatore.
Il gioco infatti si diverte a mettere i paletti tra le ruote dei giocatori ponendo molte limitazioni:
Sicuramente la nuova edizione ha arricchito la componentistica aggiornando leggermente la grafica e gli elementi di gioco (le barche sono adesso sagomate e i colori in generale sono ora più vivi e accattivanti) ma Puerto Rico è uno di quei giochi che ti cattura principalmente per la sua particolare meccanica e ti catapulta fin da subito in partite combattute e “strette” quanto basta.
Bisogna guardare non solo la propria plancia ma anche e soprattutto come si stanno muovendo i giocatori prima di noi per essere pronti ad adattarsi alle molteplici fluttuazioni del turno di gioco avendo la prontezza di modificare la propria strategia per non rischiare di rimanere con un pugno di mosche. Il gioco inoltre è veloce, non esistono tempi morti (in quanto durante il turno giocano tutti i giocatori) e difficilmente soffriremo di paralisi da analisi perché le azioni da compiere sono semplici e intuitive. Insomma un’altro must have da avere assolutamente nella vostra collezione di giochi da tavolo!
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