L’afa e la calura di questi giorni vi scoraggiano nell’intavolare il solito “cinghialotto”, ma non volete rinunciare al vostro autore preferito o al gioco di qualità? E’ il momento di riprendere in mano un Feld d’annata: Bruges!
La prima edizione tedesca di Bruges è datata 2013 ad opera della Hans im Gluck, mentre l’edizione italiana, a cura della DV Giochi viene pubblicata l’anno successivo. Scopo del gioco sarà quello di ottenere più punti vittoria degli avversari gestendo la nostra mano di carte, costruendo canali e pagando per ottenere maggiore prestigio e potere nel municipio.
Bruges, a differenza di altri titoli dello stesso autore (Nell’anno del dragone, The Castle of Burgundy o Aquasphere) risulta più immediato e meno “macchiavellico” proponendosi quindi per un pubblico più vasto e meno avvezzo al gioco “spremi meningi”. Tuttavia la sua minore “struttura” non va fraintesa, in quanto dovremo essere bravi a gestire al meglio quello che la pesca delle carte ci riserva ogni turno al fine di massimizzare il nostro risultato finale.
Saranno molti infatti gli elementi da tenere sotto controllo per evitare di subire malus importanti o ritrovarsi nel momento del bisogno senza le risorse necessarie per svolgere l’azione programmata.
Diciamo subito che la componente aleatoria ha un grosso impatto sul gameplay, ma il bello del gioco è proprio questo senso di incertezza che si percepisce all’inizio di ogni turno. Partendo dal primo giocatore, ognuno pesca la propria mano di 5 carte, scegliendo da due mazzi separati. Poi quello di turno tira i 5 dadi di colore diverso e li dispone sul tabellone centrale.
I valori dei dadi daranno le prime due sentenze:
La fase seguente è la più importante: ogni giocatore a turno deve giocare una carta dalla propria mano. La fase termina quando tutti hanno giocato 4 delle 5 carte possedute.
Cuore pulsante del gioco sono infatti le 165 carte splendidamente illustrate da Michael Menzel. Tutte diverse tra loro, suddivise in 11 categorie (Nobili, Spettacolo, Artigiani, Clero, Difensori, Sapienti, Burocrati, Mercanti, Cortigiani, Artisti e Bassifondi) e 5 colori, rappresentano i personaggi più o meno di “spicco” che possiamo assoldare per ottenere potere e fama e quindi punti vittoria. Pagare il prezzo in fiorini indicato in alto a sinistra della carta ci permette infatti di “fare nostro” quel personaggio alloggiandolo in una casa precedentemente creata e di godere del suo particolare potere. Questo si potrà attivare in momenti diversi in base all’icona situata sopra il nome del personaggio:
Simbolo “Infinito”: Si attivano in automatico durante il nostro turno. Ad esempio il Notaio ci permette di pagare l’avanzamento sul tracciato prestigio 2 fiorini in meno di quanto indicato dai dadi. Oppure il Cantastorie, una volta per turno ci da la possibilità di prendere un lavoratore rosso se i dadi rossi mostrano il 5 o il 6.
Simbolo “Lavoratore”: Si attivano scartando una volta per turno il lavoratore del colore indicato. Ad esempio il Cocchiere ci fa giocare subito una carta dalla nostra mano ed eseguire un’azione con essa.
Simbolo “Alloro”: Questi personaggi ci faranno guadagnare punti a fine partita soddisfacendo determinati requisiti. Lo Storico ci darà due punti per ogni personaggio della categoria Sapienti che avremo assoldato.
Simbolo “Fulmine”: Il potere si attiverà subito e sarà “one shot”. Il Banchiere ci farà donare ad ogni giocatore un fiorino e per ognuno di essi guadagneremo un punto vittoria.
Oltre all’utilizzo principale dato dal personaggio ogni carta può essere scartata per svolgere ben 5 azioni diverse, tutte intelligentemente riepilogate sul fianco destro della carta con una simbologia semplice e chiara:
L’utilizzo strategico delle carte dovrà quindi essere rivolto sia a breve termine (guadagno i fiorini che poi mi serviranno per ingaggiare quel personaggio) ma uno sguardo dovrà andare necessariamente anche all’immediato futuro per evitare, ad esempio, che una potenziale Minaccia di cui abbiamo già due tasselli si trasformi in realtà al successivo tiro dei dadi (in questo caso dovremo “sacrificare” una carta, magari buona anche per altri utilizzi, solo per scartare un tassello minaccia).
In pratica il gioco ci costringe a prendere continuamente una decisione scegliendo tra molte alternative e la sensazione di “sacrificio” pervade ogni nostra mossa.
L’autore inoltre ha implementato un particolare gioco di maggioranze che influenza ulteriormente le nostre mosse, soprattutto all’inizio del gioco. Nell’ultima fase del turno, quando tutti hanno giocato le 4 carte a disposizione, si dovrà verificare chi possiede il primato in ognuno dei seguenti aspetti del gioco:
Chi possiede tali primati può girare sul lato colorato la corrispondente Tessera Maggioranza davanti a se. Questo consentirà di guadagnare a fine partita ben 4 punti a Tessera. Inutile dire che, andando avanti con la partita sarà sempre più difficile ottenere i primati quindi soprattutto all’inizio ci sarà una corsa per girare le tessere prima di tutti gli altri.
Considero Bruges un piccolo capolavoro. Un gioco che si spiega velocemente e che può riunire intorno al tavolo hard gamer e neofiti senza rischiare di vedere partite a senso unico. E’ vero che gran parte del merito di questo deriva dalla presenza pesante dell’alea ma è anche vero che poter scegliere tra tantissime opzioni è dannatamente divertente. I turni sono veloci e in un attimo si arriva a vedere il fondo di uno dei due mazzi di carte che decreta la fine della partita, con la voglia di cominciarne subito un’altra. Le 165 carte donano poi varietà al gioco lasciando spazio alla sperimentazione di strategie diverse tutte ugualmente valide.
L’edizione italiana include inoltre anche l’espansione Animali domestici composta da ben 17 carte. Cani, gatti, asini e altri improbabili animali “da appartamento” potranno essere affiancati ai personaggi nelle loro case. In realtà l’espansione aggiunge ben poco al gameplay in quanto i (più o meno) fedeli amici dell’uomo non hanno poteri particolari ma si limitano a dare solo punti a fine partita oltre ad aggiungere una ulteriore sfida di Maggioranza.
Dal punto di vista artistico il lavoro svolto da Michael Menzel restituisce alla vista un colpo d’occhio notevole e una volta intavolato Bruges farà la sua “porca figura”, anche se il tabellone centrale riccamente illustrato serve soltanto come segna punti finale e a tenere traccia del Prestigio. Ciliegina sulla torta i simpatici sabot in cartoncino pesante (da assemblare) dove riporre durante il gioco i due mazzi di carte.
Insomma, un acquisto imprescindibile anche per chi non ama particolarmente Feld.
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